A tutte le Confraternite aderenti alla Confederazione

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Nel momento attuale così difficile e sconvolgente, la Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia con questo messaggio vuole far giungere a tutti voi, Consorelle e Confratelli, la sua voce di vicinanza e condivisione, di conforto e di incitamento. Non siete, non siamo soli. Ce lo testimonia la nostra storia ultra millenaria, ma soprattutto quella fede pura e incrollabile che ha permesso alle Confraternite di viverla appieno questa storia e di farle approdare a questo Terzo Millennio. E se in questo momento la nostra voce non può avere un suono o un volto, è però giusto che abbia perlomeno un nome: Domenico Rotella, Direttore di Tradere e Responsabile della Comunicazione istituzionale, con la supervisione e condivisione del Presidente Francesco Antonetti che ha desiderato farvi giungere queste parole.

 

Carissime Consorelle, carissimi Confratelli, questa tremenda pandemia ci sta mettendo a dura prova, facendoci rinunciare alle nostre abitudini, alle nostre relazioni, alla vicinanza con i parenti e le persone care, e perfino a dare l’estremo saluto a coloro che vanno a precederci alla casa del Padre. Abbiamo dovuto rinunciare alle nostre celebrazioni più care e tipiche e persino alla S. Messa quotidiana. Dolore e smarrimento allora possono affacciarsi nel nostro cuore, ma noi abbiamo l’arma più forte che il Signore stesso ci ha dato: la preghiera.

Pregare, pregare intensamente, ma non col timore e la prudenza, ma con il coraggio e l’audacia del figlio che sa di essere amato e che quindi chiede al Padre la sua attenzione. L’ha detto di recente papa Francesco in una sua omelia dalla Casa Santa Marta, quando si è soffermato proprio sulla forza della preghiera, sulla perseveranza nella fede, sottolineando che ci vuole coraggio per pregare. Ha detto: "Ci vuole, infatti, coraggio per stare lì, chiedendo di andare avanti e andando avanti. Anzi, quasi minacciando il Signore, non vorrei dire una eresia. Ma mi viene in mente il coraggio di Mosè o anche quello di Abramo"

Ecco, può quindi darsi che nelle nostre case ci ritroviamo in solitudine, specialmente le persone più anziane, ma se siamo veri cristiani sappiamo anche che non siamo mai veramente soli, che il Signore ci è sempre accanto, perché Lui stesso ha detto “Io sono con voi fino alla fine del mondo”. Basta mettersi nella giusta lunghezza d’onda, mettersi in ascolto, con fede e fiducia. Il Signore, poi, si può manifestare anche in molti semplici modi, come ad esempio la telefonata di un parente o di un amico, magari di quelli che non sentivamo da tanto tempo. Ma c’è anche dell’altro, perché noi siamo consorelle e confratelli, abbiamo un abito speciale, abbiamo scelto liberamente di servire Gesù e la Chiesa offrendoci di dare più di altri.

Ecco allora che la capacità e l’intensità di preghiera delle Confraternite – abituate da secoli a far ciò in occasione di epidemie o di altre drammatiche esigenze – mai come oggi sono preziose per bussare con insistenza alla porta del Signore e impetrare benedizione, salute e salvezza. Mille anni prima che esistesse il volontariato, le onlus e quant’altro, esistevano le Confraternite ed il mutuo soccorso.

E se oggi le necessarie misure di profilassi non regolassero rigidamente ogni movimento fuori delle mura domestiche, siamo sicuri che come sempre la speciale missione delle Confraternite avrebbe brillato per carità, soccorso e attenzione al prossimo. Eppure, anche in queste strette maglie le nostre Confraternite possono fare ancora molto, ognuno di noi è chiamato a farlo, proprio in virtù di quella speciale vocazione che un tempo ci portò a vestire un abito confraternale.

Possiamo portare la spesa o i farmaci a casa di qualcuno che ne è impossibilitato. Possiamo fare una telefonata, perché come diceva una vecchia pubblicità oggi più che mai una telefonata può salvare una vita. Ed anche le persone con poca dimestichezza tecnologica possono arrivare a fare una videochiamata se opportunamente istruite. Se abbiamo dei vicini di casa, nel medesimo stabile, proviamo a farci sentire, ad essere presenti, sempre nel rispetto delle norme di prudenza. Si può pure – ben distanziati - recitare un rosario anche per le scale del medesimo condominio, perché no? La vicinanza si può esplicare in molti modi, magari già con questo modesto messaggio, che vuole essere insieme conforto, incoraggiamento e solidarietà viva.

Ebbene, oggi possiamo fare ancora molte cose, nuove e diverse, ma sempre nel solco di quella missione che da secoli ci contraddistingue come Confraternite.

E se le strade sono vuote della nostra presenza fisica, delle nostre processioni, dei nostri colori, dei riti antichissimi per la Settimana Santa, questo non vuol dire assenza o lontananza. Anzi, oggi più che mai siamo presenti, le Confraternite sono un’unica grande processione che spiritualmente attraversa tutte le strade della Penisola da nord a sud e viceversa, in una circolarità che si conviene alle nostre tipiche processioni. Non cantiamo i nostri inni tradizionali, non diamo voce alle nostre orazioni, ma con il cuore, la preghiera e il conforto parliamo a tutti quelli che incontriamo o a cui vogliamo pensare, soprattutto alle persone più fragili ed esposte. Diamo voce a chi non ha voce.

Il Signore, forse, ha voluto darci un segno, nel momento in cui questo tempo penitenziale di Quaresima è divenuta occasione – mediante il dolore e la privazione - per farci condividere almeno un frammento della sua Passione. C’è un tempo giusto per ogni cosa, dice il libro del Qoeleth, e la Quaresima è il tempo giusto anche per i nostri amati riti pasquali: ecco allora che quest’anno la rinuncia ad essi diventa il dono più prezioso e significativo che come comunità confraternale potevamo offrire al Signore.

Nel frattempo vi auguriamo una Santa Pasqua nella gioia perché – come disse S. Giovanni Paolo II – “come potremmo non esultare di gioia per la vittoria della vita sulla morte?”. E citando la Sequenza Pasquale aggiunse: “Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”.

 

(Il Video a corredo di questo messaggio è a cura di Giuseppe Calarota, nostro Vice Coordinatore per la Calabria e webmaker)


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