Prolusione di S.E.R. Mons. Fisichella al Forum Paneuropeo di Lugano

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In occasione del recente Forum delle Confraternite europee a Lugano, Mons. Fisichella ha tenuto una dotta e applaudita prolusione. Non esistendo un testo scritto, quella che segue è la trascrizione della registrazione audio. Nel far ciò è stato posto il massimo scrupolo al fine di poterne trasmettere il più fedelmente possibile il contenuto, ma si sa che il linguaggio parlato è ben diverso da quello scritto, per cui è possibile che nonostante ogni impegno vi si possa trovare ancora qualche imprecisione o che qualche passo risulti ancora un po’ oscuro. In tal caso ce ne scusiamo fin d’ora con l’Autore e con i lettori, ma è un documento troppo importante perché rimanga confinato solo nei ricordi. Gentili autorità, Sig. Presidente del Consiglio di Stato, Sigg. consiglieri, priori, in una parola cari fratelli, cari sacerdoti, sono particolarmente contento di condividere con voi questo momento per dare forza alla intuizione che avete avuto di creare una realtà che poco alla volta possa svilupparsi, dando vita ad una realtà che ancora non conosciamo perché vive della frammentarietà del momento ma di cui siamo fiduciosi che nel prossimo futuro possa già concretizzarsi a partire proprio da questo forum. L’esigenza di unificarsi, l’esigenza di ritrovare momenti di partecipazione comune è determinata dai tempi oltre che dal desiderio delle persone. Noi viviamo profondamente all’interno di una cultura che è frammentaria e la frammentarietà sembra avere la meglio. È l’esigenza di unitarietà che non vuol dire conformità, vuol dire essere in grado di raccogliere le varie ricchezze che nella complementarietà del rapporto possano dare una visione di insieme, una visione unitaria di cui il mondo di oggi ha particolare bisogno. Vorrei dividere il mio intervento in due parti: la prima riguarda un messaggio che vorrei comunicare, come responsabile del Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che ha la gioia di avere tra le proprie competenze quella dei santuari, come si sa, quella della pietà popolare e quindi anche quella delle Confraternite. In un secondo momento vorrei dare un po’ più di voce anche come reazione a quanto sentito fino ad ora. In questo primo passo avrei piacere di riportare tutti al 5 maggio 2013 perché il 5 maggio 2013 è stato il momento molto importante per le Confraternite. È stato il momento in cui Papa Francesco, da neppure due mesi eletto successore di Pietro, aveva avuto l’opportunità in quell’Anno della Fede, di poter incontrare tutte le Confraternite che erano giunte a Roma. Posso confidarvi che alla fine della Messa io ero accanto al Papa e proprio allora era terminata quella pioggerellina che preoccupava soprattutto i genovesi che avevano portato tutti i crocifissi in argento, erano preoccupatissimi della pioggia e quindi li avevamo dovuti sistemare al coperto, e quindi non si potevano vedere bene ma alla fine ormai, dopo, anzi, durante l’omelia del Papa, la pioggia era andata via, gli ombrelli si erano chiusi tutti e quindi il sole avrebbe cominciato a risplendere in piazza San Pietro. Alla fine della Messa io ero accanto al Papa che vedeva tutti questi stendardi, tutti gli oggetti religiosi etc… il Papa in un moto di entusiasmo disse ”a me piacciono tantissimo tutte queste cose, mi piacciono tantissimo” e quindi mi fa piacere condividere con voi questo perché ovviamente credo che sia un elemento in più per dar forza e sostegno. In quel discorso a cui voglio far riferimento in particolare, Papa Francesco vi chiese di non dimenticare tre termini particolari. Il primo era quello, quasi un neologismo che lui prese dal suo predecessore Benedetto XVI perché lo citò nell’omelia due volte ed è il primo termine evangelicità. Che cosa è questa evangelicità di cui il Papa vi chiede di farvi voto? L’ha spiegata così: voi siete un importante manifestazione della pietà popolare, siete uno spazio di incontro con Gesù Cristo, rafforzate quindi la fede, curando la formazione spirituale, la preghiera - sia personale che comunitaria - e la liturgia. [...] (per avere il testo completo dell'intervento, scarica il PDF)


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