16/9/2020
Cambio di guardia in Sant’Andrea: Saggiani lascia la carica nella Confraternita e diventa "emerito" guardiano di una delle più importanti reliquie della cristianità
Dopo dieci anni, lei lascia il priorato della Compagnia del Preziosissimo Sangue e diviene Priore emerito.
«Dieci anni, una buona fetta di vita, e una esperienza straordinaria. Il mio primo approccio con Il Preziosissimo Sangue iniziò però ben prima. Precisamente, nel 1998 quando, da presidente del consiglio comunale, sono chiamato a organizzare il gemellaggio con la città tedesca di Weingarten che, giunta a Mantova per contattare le nostre autorità, richiede appunto di gemellarsi nel nome del possesso di una parte della nostra Reliquia. E allora, con il vescovo mons. Caporello, concordo di far seguire alla solenne cerimonia civile nel palazzo comunale, quella religiosa in Sant'Andrea, con la prima esposizione straordinaria dei Sacri Vasi al di fuori del Venerdì Santo. Un avvenimento toccante, ho ancora negli occhi la commozione della delegazione tedesca al momento dell'estrazione dei Sacri Vasi».
E dopo quel momento?
«Dopo quel momento, segue la costituzione dell'Associazione Mantova-Weingarten di cui sono stato presidente per quasi dieci anni e il mio coinvolgimento sempre più stretto con la Reliquia, di cui approfondisco la storia su suggerimento di indimenticabili amici. In quei tempi giunge la notizia della designazione a Mantova di un nuovo vescovo, mons. Busti, e a lui, dopo essere venuto a conoscenza che una insigne e venerabile Compagnia del Preziosissimo Sangue opera già dai tempi di Beatrice e Bonifacio di Canossa, assieme a una trentina di insigni figure di mantovani, chiedo di ricostituirla».
E il vescovo Busti che fa?
«Informato da me che sarebbe giunto nella città che possedeva forse la più importante reliquia della Cristianità, comprende la portata storica e devozionale dei Sacri Vasi e "rifonda" la compagnia del Preziosissimo istituendola, con decreto il 14 settembre 2010, come Associazione laicale della Diocesi».
Da allora diviene priore?
«Sì, la prima assemblea costitutiva mi elegge priore, mandato che mi viene rinnovato all'unanimità una seconda volta, sino a oggi, quando per impossibilità da statuto a ulteriore nomina, vengo designato Priore Emerito».
Quali i momenti più significativi di questi dieci anni da Priore?
«Innanzitutto, c'era da presentarsi alla città e riaccreditare una realtà associativa che Mantova non conosceva, se non nella memoria di alcuni, figli o nipoti di associati che avevano vissuto gli anni precedenti la seconda guerra mondiale quando la Compagnia si era, per così dire, assopita? E il compito non è stato facile. Diffidenze e perplessità hanno reso complicati i primi anni ma, con l'aiuto degli amici e confratelli del direttivo, credo infine che ci siamo riusciti, guidati anche da figure importanti come il nostro primo assistente spirituale mons. Ulisse Bresciani. La nostra testardaggine, pari alla nostra fede, è stata grande e abbiamo ridato dapprima vigore e dignità al momento spirituale centrale della vita religiosa mantovana: l'esposizione dei Sacri Vasi il Venerdì Santo con la solenne processione per le vie della città, sempre più seguita da allora».
E ancora?
«Beh, l'elenco sarebbe, credo, troppo lungo. Ne citerò alcuni. Tra gli altri: l'accreditamento presso la Confederazione nazionale delle Confraternite d'Italia, più di duemila nel nostro Paese, e il grande raduno mondiale convocato da Papa Francesco a Roma nel 2015; i rapporti con molte altre confraternite quali quelle lombarde e lo stretto legame con l'Arciconfraternita del Santo a Padova; i grandi Cammini confraternali. Poi, come non ricordare i pellegrinaggi, il più emozionante dei quali a Torino per l'esposizione della Sacra Sindone, a margine della quale abbiamo anche pregato davanti a una porziuncola del nostro Sangue esposta, dopo che l'allora vescovo di Mantova, poi Pio X° l'aveva donata a don Bosco, nei sotterranei della grande basilica a lui dedicata. E poi, i convegni da noi organizzati, le conferenze di insigni studiosi italiani e stranieri chiamati a parlare del Preziosissimo e il legame con la città di Weingarten e la nostra omologa Compagnia che gestisce la loro grande cavalcata annuale».
E per il futuro?
«Vedo il consolidamento del servizio al Preziosissimo e a Sant'Andrea avendo sempre cura dei "carismi" che ci ha indicato il nostro Vescovo Busca: essere i custodi del Preziosissimo e testimoniare col nostro comportamento che la Chiesa mantovana è nata e si regge sul possesso dello straordinario "segno" che rimanda direttamente al centro del messaggio cristiano: la morte e la resurrezione di Cristo. Infine, un proposito e un sogno da perseguire: il restauro della Sagrestia della cappella dell'Immacolata in Sant'Andrea, sede per secoli della Compagnia, e alla quale e nella quale ritornare».